432 Hz / 2023 - ongoing
A partire da una traccia audio che riproduce il canto di un’ape regina studiata in un laboratorio di ricerca, 432 Hz esplora la nostra capacità di percepire forme di vita non umane, indagando il complesso rapporto di coesistenza uomo-impollinatori per riflettere sulle tensioni che emergono tra il bisogno di addomesticamento umano, la performatività animale e le conseguenze dell’azione antropica nell’ambiente. Se la scienza ha sempre utilizzato la fotografia per studiare e documentare i fenomeni attraverso un’osservazione dal carattere oggettivo, le suggestioni dell’immagine scientifica si trasformano in uno strumento attraverso cui plasmare la nostra comprensione del reale, piegando la presunta oggettività del medium all’immaginazione e alla visualizzazione dell’invisibile. La fotografia cessa così di essere uno strumento probatorio, rivelando come si possano porre in discussione i limiti e i pregiudizi che emergono dal tentativo che gli esseri umani compiono nel cercare di decodificare il comportamento di altri esseri viventi non umani. Il progetto comprende esperimenti fittizi e fotografie di documentazione dell’attività dei centri di ricerca, lavorando nello spazio di confine tra la realtà documentata o ricostruita e la finzione immaginata. L'insieme di queste prospettive scava nelle lacune della nostra conoscenza per aprire una riflessione sulla nostra capacità di interazione con il mondo naturale.
Canto Ape Regina, forma d’onda e spettrogramma di Alessandro Vizio -
DISAFA (Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari), Università degli Studi di Torino.
2024 / 432 Hz exhibited at Più reale della realtà, più finto della finzione, A Pick Gallery (Turin), curated by Francesca Cirilli - JEST. Installation view by Giuliana Lo Presti.
Carlo Sala, giuria Premio Fabbri:
«Fin dagli albori della sua storia la fotografia ha avuto un rapporto ancillare di documentazione verso le scienze che la ricerca di Alessandro Truffa (Cuorgne, 1996) mira a ribaltare in lavori come Bee in a test tube del 2024. Il lightbox si è aggiudicato la sezione Fotografia Conteporanea del Premio Fabbri per aver toccato temi come il rapporto tra mondo animale e uomo, e le conseguenze dell’azione di quest’ultimo sul primo. L’immagine, realizzata in un laboratorio, è animata dagli impulsi luminosi connessi in chiave sinestetica ad una traccia audio che riproduce il canto di un’ape regina: in tal modo ci troviamo ad interrogarci sul possibile dialogo con le altre forme di vita per uscire dalla nostra forma mentis tipicamente antropocentrica.»
2024 / Bee in a test tube, lightbox, exhibited at Premio Francesco Fabbri, Contemporary Photography section, Villa Brandolini (Pieve di Soligo), curated by Carlo Sala.
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