Boja Fauss / 2022 - 2023
Alle 7:37 del 4 marzo 1947 si svolse a Torino l’ultima esecuzione capitale della storia giudiziaria italiana contro gli autori della strage di Villarbasse. Trasferiti al carcere Le Nuove, nonostante la richiesta di ricorso alla Cassazione, i tre detenuti furono comunque condannati per il forte impatto che il caso di cronaca aveva generato sull’opinione pubblica. Vennero giustiziati in un poligono di tiro da un plotone di esecuzione formato da un gruppo di poliziotti locali. Si chiudeva così uno dei più efferati crimini dell’immediato dopoguerra e, al contempo, un evento chiave della storia del diritto penale italiano, rimasto celebre come l’ultimo reato comune punito con l’applicazione della pena di morte. Nello stesso luogo, circa un secolo prima, leggenda vuole che, tra le forme di scortesia riservate dal popolo al boia, i panettieri gli porgessero il pane al contrario per esercitare una forma di disprezzo e malocchio. Gli amministratori locali, spinti dalle ripetute segnalazioni e lamentele del boia, emisero un’ordinanza cittadina che vietava formalmente tale pratica discriminatoria. Fu così che i panettieri, per aggirare la legge con una scelta creativa, inventarono un nuovo dispositivo dal potere magico e simbolico, un tipo di pane dalla forma a mattone: il pancarré. Uguale sia sotto che sopra, il pancarré occultava il suo messaggio. Nell’impossibilità di riconoscere il lato di cottura poteva continuare ad essere servito capovolto, esercitando così il suo potere silenzioso. Il pancarré, oggi un soffice fantasma di cui nutrirsi, nascerebbe a scapito del suo valore alimentare, per essere assunto a strumento di dissenso politico contro una figura percepita come l’incarnazione di un sistema in cui la Giustizia era ritualizzata pubblicamente e si manifestava quale strumento di controllo. Nel suo impasto si amalgama una miscela eterogenea di elementi: cronaca giudiziaria e storia popolare, scritti letterari e documenti d’archivio; echi di un trauma sedimentatosi nella memoria collettiva, ma occultato sotto una morbida e rassicurante superficie.
Alessandro Carrer, curatore del progetto:
«Il libro Boja Fauss di Alessandro Truffa mescola temi e registri diversi, unendo insieme passato e presente, storia e racconti popolari, letteratura e documenti d’archivio, riflessione e ironia. La forma libro costituisce l’ingrediente finale del progetto, il collante indigesto di quella parte di memoria collettiva che, se non analizzata, indagata, non “sezionata”, rischia di diventare un grumo troppo grande, un boccone impossibile da metabolizzare»
Luca Fiore, il Foglio:
«Boja Fauss è il lavoro di diploma che Alessanndro Truffa ha presentato all’ISIA di Urbino. Il titolo è una celebre esclamazione torinese e fa riferimento al “boia falso” che il popolo imprecava. La forma del libro riproduce quella del pancarré anch’esso nato a Torino in relazione, ancora, alla figura del boia. Un volume-pane, che prima di essere letto va tagliato col coltello per separare le pagine-fette. Una riflessione sul potere e sulla giustizia, e sulla giustizia del potere che troppo spesso di trasforma in ingiustizia. Quello di Truffa è un esempio di quando il design editoriale collabora al meglio a servizio di un progetto artistico»
Simona Marani, giuria Premio Bastianelli:
«Il progetto editoriale di Alessandro Truffa, rende l’imprecazione piemontese che anima la sua tesi di diploma all’ISIA di Urbino, pubblicata con il sostegno di Corraini Edizioni, un’arguta riflessione sul potere degli spazi di contaminazione della fotografia, lavorando su quello silenzioso del pane. Spezzato, letteralmente e graficamente, come invito provocatorio a leggerne il messaggio occulto. Non solo nella leggendaria Torino di metà Ottocento, dove il divieto di porgere ‘al contrario’ il pane al Boia, come forma sprezzante di malocchio, viene aggirato dai fornai sfornando Pancarrè (nato a Torino come “pane del boia”). Una superficie fragrante di dissenso, scelta dal fotografo per toccare analoghi strumenti di controllo contemporanei, occultando gli echi di un trauma sedimentato nella memoria collettiva, tra scritti letterari e documenti d’archivio, in equilibrio tra cronaca giudiziaria e storia popolare. Il falso continua a dire tanta verità. Dal felice incontro con una casa editrice che mette al centro la relazione con l’artista e il piacere della sperimentazione nasce un libro che diventa inevitabilmente progetto artistico»
Boja Fauss affronta il tema di come la violenza di eventi storici del passato si sedimenti in una fitta rete di elementi culturali e simbolici apparentemente nascosti sotto il velo della stratificazione temporale. Il lavoro ripercorre documenti giudiziari, archivi e spazi museali, leggende cittadine ed episodi di cronaca legati alla città di Torino, riportando questi elementi alla luce come fuochi fatui assopiti. La narrazione visiva risultante si struttura come un percorso di archeologia della memoria che tenta di rivelare come il trauma storico causato dai pubblici rituali di Giustizia si sia radicato nella lingua dialettale, nella cultura popolare, nella produzione museale e architettonica della città. Partendo dalla leggenda secondo la quale il pancarrè sarebbe stato inventato dai panettieri torinesi come disobbedienza civile per esercitare una forma di malocchio contro il boia, l’oggetto libro risultante occulta la narrazione visiva all’interno di doppie pagine raffiguranti morbide fettine di questo alimento. La natura esoterica del pancarrè dialoga con la dimensione ludica dell’oggetto libro finale, le cui scelte editoriali invitano il lettore a compiere una sorta di esorcismo per riaprire una ferita mnemonica profonda, chiedendogli, al contempo, di confrontarsi col senso di questa rimozione.
2023 / Photobook published by Corraini Edizioni.
All photographs © Alessandro Truffa
Design by Alessandro Truffa, Gazmend Zeneli - Studio Jam
isbn: 9791254930793
Con: ISIA Urbino
Lingua: italiano
Rilegatura: brossura con piega giapponese
Pagine: 164
Base: 15 cm
Altezza: 21 cm
Edizione: 2023
2023 / Boja Fauss presented during Polycopies (Paris). Photos by Davide Piro.
2024 / Boja Fauss book process exhibited at Sala Dante, Palazzo Poli, Istituto Centrale per la Grafica (Trevi Fountain, Rome), for the 20th edition of the Marco Bastianelli Award.
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